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CG ed Elementi Fotografici si Fondono in Opere di Fantasia Ecco come Uli Staiger usa Cinema 4D, Photoshop, Redshift e altro ancora per creare illusioni ed immagini enigmatiche incredibili.
Fotografo professionista dal 1987, Uli Staiger si è specializzato in ritratti, paesaggi ed immagini pubblicitarie prima di trovare la sua vera strada con la CGI.
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I progetti personali di Staiger si presentano sotto forma di immagini fantastiche e iperrealistiche, realizzate con una Sony Alpha 7r Mk ll, Photoshop, Cinema 4D, Redshift, Substance Painter e BodyPaint 3D.
Staiger lavora nel suo studio a Berlino e i suoi clienti comprendono agenzie pubblicitarie internazionali, grandi brand e case editrici. Autore e formatore nel campo del compositing digitale e della progettazione 3D, organizza workshop in presenza e tutorial online. Abbiamo chiesto a Staiger di parlarci di sé e di alcune delle sue opere preferite.
Parlaci un po’ del tuo percorso nell’arte 3D.
Staiger: La fotografia è un campo vastissimo e dopo sei anni di studio professionale e di esperienza freelance sapevo su cosa volevo focalizzarmi e che mi servivano più input tecnici e conoscenze teoriche.
Ho iniziato ad utilizzare Photoshop nel 1996. Stavo conseguendo la mia laurea specialistica in fotografia alla OSZ1 di Potsdam ed iniziavo ad unire la fotografia paesaggistica al mio lavoro nel campo pubblicitario.
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Cinema 4D era una logica continuazione del mio lavoro con Photoshop e ho imparato da solo ad usarlo nel 2007, quando ho avuto bisogno di creare oggetti non esistenti. Ho creato tutti i miei modelli e shaders con C4D e da allora la mia arte 3D si è evoluta grazie a BodyPaint 3D, Substance Painter e Redshift.
Descrivici come sviluppi le tue idee.
Staiger: L’ispirazione è difficile da spiegare. Mi piace seguire il corso delle idee ed imparare cose nuove. Cerco di guardare il mondo a mente fresca, come se lo stessi vedendo per la prima volta.
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L’iperrealismo fa sicuramente parte del mio approccio creativo ed è un mezzo per far sì che le persone si chiedano: ‘É una fotografia vera quella o no?’
Una volta trovata l’idea, il primo strumento che uso è sempre una matita. I miei disegni stabiliscono come devono essere disposti tutti gli elementi dell’immagine e se dovranno essere fotografati o modellati. La fotografia fa spesso parte dell’immagine e cerco sempre di scattare la foto perfetta utilizzando la mia Sony Alpha 7r Mk II Mirrorless con lente 24-70 mm.
Dopodiché, Photoshop e Cinema 4D diventano essenziali. Lo strumento più importante, oltre a tutti quelli di modellazione e texturing, è BodyPaint 3D. Anche Substance Painter è un’ottima opzione quando bisogna creare vecchi materiali usurati, ed è un piacere dipingere direttamente sulla mesh.
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Al momento eseguo il rendering con Redshift, per il suo effetto estremamente naturale, la possibilità di lavorare con le luci e perché è solido come una roccia - anche quando la GPU esaurisce la memoria!
Parlaci di qualche tuo lavoro.
Staiger: Sono un grande fan del concept artist americano Doug Chiang che è stato di grande ispirazione per il mio progetto Monopod. Guardando i lavori di Doug, non sai mai si tratta di qualcosa di antico o di nuovo, di una macchina del secolo scorso o di un oggetto del ventiquattresimo secolo.
Il Monopod nel libro di Chiang “Mechanika” è stato creato molto prima che si iniziasse a circolare sui Segway o sugli hoverboard. Ho contattato Doug e gli ho chiesto se potevo ispirarmi al suo Monopod come design di base su cui lavorare in Cinema 4D. A lui è piaciuta l’idea e mi ha dato il permesso.
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Ho sviluppato tutte le parti e i materiali basandomi su una serie di disegni e immagini di riferimento. Volevo che apparisse come una sorta di macchinario perché doveva adattarsi a quel distopico paesaggio urbano. Iniziando da una finitura logora, grigio-bluastra come base, ho dipinto le parti arrugginite, un metodo che permette di creare superfici molto realistiche. Per migliorare ancor di più l’effetto, ho usato il motion blur per renderizzare la ruota.
Ho fotografato la scena della strada puntando ad ottenere la perfetta angolazione dinamica a filo della strada così da arrivare quasi a sentire l’asfalto. Ma è stato solo quando sono tornato a fotografarla durante un temporale che sono riuscito a catturare la giusta atmosfera distopica.
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Combinare il backplate 2D con gli oggetti 3D è facilissimo con Cinema 4D. E utilizzando i multi pass posso esportare l’immagine renderizzata in Photoshop e correggere separatamente i riflessi, le luci e le ombre. Fare questo mi permette di fondere gli oggetti renderizzati alla fotografia di sfondo.
Di cosa tratta il tuo lavoro “Shark”?
Staiger: A Marzo 2020, il Coronavirus ha cancellato tutti i miei workshop in Germania e negli altri paesi e messo a rischio il mio intero business. Ho avuto quindi abbastanza tempo per immaginare il momento in cui una situazione pericolosa ti piomba addosso, letteralmente di punto in bianco.
Mi piace molto modellare, quindi ho iniziato a creare una nuova immagine chiamata Shark - squalo. Ispirato da una cucina che avevo a Berlino 30 anni fa, ho modellato tutti i dettagli in Cinema 4D: fiori dagli anni ’70, una caldaia Vaillant Combi e alcune scatole per la pizza.
Quest’idea non avrebbe mai funzionato senza la capacità di Cinema 4D di simulare processi fisici. Ho animato la pinna che attraversa il tavolo della cucina, modellando tutti quei piccoli frammenti utilizzando la funzione Frattura Voronoi, che è perfetta per quel lavoro. Inoltre, la pinna increspa la tovaglia in modo molto realistico grazie ai tag Simulazione Tessuto.
Infine, ho aggiunto il mio autoritratto, l’unico elemento fotografico presente. Sono stato contentissimo quando mi hanno chiesto perché non avevo pulito la cucina prima di fotografarla. Wow!
Che consiglio ti senti di dare agli aspiranti Visual Artist?
Staiger: L’immaginazione è un immenso serbatoio di idee che possono diventare immagini. Anche se alcune persone considerano le immagini fantastiche come dei fake o irreali, io credo che lavorare con la computer grafica non significhi alterare la realtà. Si tratta di esplorare la propria immaginazione. Partire da zero e iniziare un progetto da un semplice cubo può essere paragonato ad un pittore che comincia da una tela bianca.