2012 di Roland Emmerich I Matte Painter hanno utilizzato Cinema 4D per simulare la fine del mondo.
E' stata la natura unica del progetto a motivare Ivo Horvat ad assumere il compito di supervisore del matte painting per il film catastrofe 2012 di Roland Emmerich. Quando ha firmato il progetto, Horvat è diventato parte di un team di oltre 100 artisti che lavorano per l'azienda produttrice di film Uncharted Territory di Los Angeles, la quale ha coordinato la realizzazione degli effetti speciali del film. Anziché utilizzare i normali metodi durante la lavorazione del film, la Uncharted Territory ha creato un nuovo modello per gli effetti speciali creando da zero uno studio apposito alla Sony Pictures.
Oltre a coordinare il lavoro per il matte painting e lavorato per le 14 aziende che hanno contribuito al film, incluse la Sony Pictures Imageworks, la Crazy Horse Effects, Digital Domain e Double Negative, Uncharted ha utilizzato Cinema 4D di Maxon per creare la maggior parte delle scene in matte painting nelle scene del film ambientate a Las Vegas.
Con la distruzione dell'intero pianeta realizzata nel film, i co-fondatori della Uncharted, Volker Engel e Marc Weigert, i quali hanno agito come co-produttori e supervisori degli effetti speciali, hanno deciso di assumere degli artisti interni per lavorare sulle sequenze ambientate a Los Angeles e a Las Vegas. In tutto, la Uncharted ha creato 422 shot su 1.315 totali del film, inclusi i 100 shot della sequenza ambientata a Las Vegas, i 120 della sequenza di LA ed i rimanenti di una montagna innevata. Controllate il Sito Web della Uncharted Territory.
La difficoltà con LA e Las Vegas, ha dichiarato Horvat, consiste nel fatto che le città sono interamente composte da CG e matte painting. Dylan Cole, un matte painter del team Uncharted, ha dato diversi contributi alla sequenza ambientata a Las Vegas, compreso il drammatico shot in cui la città viene ridotta in un cumolo di macerie fumanti. “Quello shot è stato una sfida particolare, in quanto ho dovuto definire l'aspetto della città distrutta, ma fare in modo che si riconoscesse che quella città fosse proprio Las vegas,” ha detto Cole.
Per Alex Nice, che normalmente utilizza 3D Studio Max e Maya, entrare a far parte del team di matte painter della Uncharted ha significato iniziare ad apprendere Cinema 4D durante il lavoro. E' stato piacevolmente sorprendente. “Cinema 4D mi ha conquistato con la sua sempicità e la sua velocità,” ha dichiarato Nice, che doveva spesso utilizzare file Photoshop composti da centinaia di livelli. “Sono rimasto sorpreso dall'integrazione perfetta tra Cinema 4D e Photoshop. Trascinando i file e con un paio di click ho applicato i livelli Photoshop al pezzo di geometria corrispondente e sono passato al successivo.”
Oltre alle scene di distruzione del film di Roland Emmerich, sono presenti anche molte scene che fanno vedere i sopravvissuti e le loro lotte dopo il cataclisma. Steve Messing, un matte painter del Crazy Horse Effects di Venice, California, ha creato una scena memorabile in cui è rappresentato un campo profughi in Tibet dove gli attori del film si sono accampati dopo un incidente aereo avvenuto nei pressi della catena montuosa Himalaiana.
Dopo aver ricevuto una serie di filmati, girati a Kamloops, British Columbia, che comprendevano tre capanne in rovina e una strada sterrata, Messing ha utilizzato Cinema 4D per costruire un intero campo che sembrava si estendesse all'infinito. “Abbiamo scelto Cinema 4D perché, con così tante parallele, era impossibile utilizzare il 2D,” ha dichiarato Messing, sottolineando che i vestiti svolazzanti nel campo sono stati realizzati utilizzando le Dinamiche Corpi Morbidi di Cinema 4D. “Con altri programmi, avrei dovuto chiamare uno specialista, ma grazie agli efficienti strumenti di Cinema 4D ho potuto fare tutto da me”.
Michele Moen, un altro matte painter interno della Uncharted, ha contribuito con diversi matte painting al progetto, ma uno in particolare è stato particolarmente difficile, cioè quello in cui si mostrava la città devastata dalle fiamme. “Il painting ha combinato circa otto scene doverse e ad un cero punto il tutto si è trasformato in un gigantesco file Photoshop di 5 gigabyte con 200 livelli”. Ogni scena doveva essere composta all'interno dei suoi frame e rimanere composta anche se si muoveva la camera. Moen ha progettato livelli di fumo, ombre, raggi del sole ed atmosfera su schede in Cinema 4D.
Alla richiesta di parlarci ancora delle sfide che gli artisti hanno incontrato nel loro lavoro, Horvat ha sottolineato la necessità di creare scene che potessero collegare il gap perfettamente tra le diverse tecniche cinematografiche e le tecnologie che sono state utilizzate. Nella scena di Las Vegas, ad esempio, si sono inclusi CG totali e parziali, shot interni ed esterni (non sempre nella stessa posizione), schermo blu, combinazioni di CG e di matte painting—e così via. “L'intera sequenza è caratterizzata da una continuità accurata ed ogni shot ed angolazione dovevano corrispondere esattamente a quello precedente,” ha spiegato Horvat. “Cinema 4D ha avuto un ruolo importante, sono riuscito ad ottenere tutto ciò grazie ai diversi metodi di pianificazione e pre-visualizzazione che ho potuto utilizzare nel matte painting, nell'animazione, nella modellazione, nella proiezione camera e nel rendering.”